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domenica 2 agosto 2015

Programma politico

Se avessi il potere di cambiare le cose in Italia, questo sarebbe il mio programma politico...


1. Società aperta

Per quello che mi riguarda, tutti i cittadini sono uguali di fronte alla legge e hanno tutti parità di diritti indipendentemente da qualsiasi differenza di tipo fisico-somatica, di orientamento sessuale, di cultura, di credo religioso, di luogo di nascita, di estrazione sociale, di capitali posseduti.

La società si ritiene inclusiva e accogliente. Ognuno è libero di seguire i propri culti, le proprie pratiche sessuali, e/o la propria visione del mondo a meno che queste siano contrarie alla legge (esempio: pedofilia) o mirino a sconvolgere l’assetto sociale e statale non tanto come diritto di resistenza al potere ingiusto quanto a costituire un potere non democratico.

Chi nasce in Italia è cittadino italiano, indipendentemente dalla provenienza dei genitori.

Il matrimonio civile è esteso sia nei diritti che nei doveri anche alle coppie dello stesso sesso, così come la possibilità di adottare bambini. Qualsiasi diritto di cui godono le coppie eterosessuali è concesso anche alle coppie omosessuali.

2. Giustizia

Ripristino delle giurie. Separazione carriere tra i giudici e i procuratori che saranno avvocati dell’accusa. La prescrizione si sospende al momento dell’inizio del processo di primo grado e non avanza finché i gradi di giudizio non sono finiti. Se un imputato inizia il processo 1 giorno prima dell’entrata in vigore della prescrizione, non importa quanto tempo ci vorrà per fare tutti i gradi di giudizio, la prescrizione è sospesa.

Diritti dell’imputato: è innocente fino a sentenza definitiva. Può ricorrere in appello e in cassazione. Ha diritto entro 7 giorni dall’arresto a udienza preliminare per stabilire se può essere rilasciato perché le prove non sono sufficienti o contraddittorie, oppure essere processato (poiché l’imputato non subisce ancora un processo, potrà sempre essere accusato in seguito per il reato in questione). Il giudice stabilisce se può essere rilasciato su cauzione e fissa l’ammontare della medesima. Ha diritto all’inizio del processo entro 75 giorni dal suo arresto. L’intervallo tra un’udienza e la successiva del processo non può andare oltre i sette giorni, compresi i festivi. Qualora venga assolto in qualsiasi grado di giudizio non può essere più imputato dello stesso reato anche qualora dovessero emergere nuove prove (compito dell’accusa è di trovare le prove prima di arrestare una persona e di andare a processo).
Qualora la cassazione dovesse annullare i processi a carico di una persona, qualora il reato preveda prescrizione e questa interviene prima della data del nuovo processo, il reato è prescritto e l’imputato non è processabile (di fatto dovendosi iniziare di nuovo il processo, la prescrizione si deve sospendere alla data d’inizio del nuovo processo e se questo arriva dopo la scadenza per la prescrizione, il processo è prescritto). L’imputato può patteggiare con l’accusa ammettendo la propria colpevolezza. Il patteggiamento ha valore di sentenza definitiva e non può essere annullato salvo che l’imputato dimostri di essere stato raggirato dal proprio legale che ha preferito patteggiare piuttosto che difendere l’imputato.

Certezza della pena. Una persona può essere condannata anche a sole 2 ore di carcere e deve scontarle. Se le pene sono superiori al giorno e inferiori all’anno il giudice può valutare se concedere arresti domiciliari qualora i carceri siano al completo, oppure commutare la pena in 8 ore di lavori sociali per il doppio dei giorni previsti di carcere. Pene maggiori per recidiva: se una persona viene condannato due volte, la seconda volta prenderà il massimo della pena; se una persona viene condannato tre volte e una delle tre volte per un reato con pena minima superiore ai 3 anni, oltre a prendere il massimo della pena per il reato in oggetto sconterà ulteriori 4 anni per recidiva; se una persona viene condannata per più di 3 volte e uno dei reati prevede pena minima superiore ai 3 anni, l’imputato dovrà scontare anche 20 anni per recidiva. Queste misure possono ovviamente essere modificate in caso di patteggiamento.

Un imputato può ricorrere in appello. Tuttavia se l’appello conferma la condanna, questa verrà aumentata di un quarto solo per aver fatto perdere tempo alla giustizia. Nel caso della cassazione anche se il ricorso è per vizi di forma o violazione dei diritti dell’imputato, la pena viene aumentata di un’ulteriore quinto qualora la cassazione non dovesse trovare vizi di procedura e violazioni dei diritti dell’imputato nei processi sostenuti.

In qualsiasi momento dovessero emergere prove che dimostrano l’innocenza dell’imputato, questi può far ricorso in cassazione che viste le nuove prove può decidere per l’assoluzione dell’imputato. Qualora le nuove prove non fossero considerate sufficienti a dimostrare l’innocenza dell’imputato, non si applica alcuna penalità per il ricorso in cassazione.

3. Antiproibizionismo

Proibire non funziona, anzi produce danni maggiori perché consente alle attività criminali di gestire il traffico del proibito senza alcuna regolamentazione e di fatto impedendo anche un’attività educativa. La vendita di prodotti legati al tabacco e all’alcool non sono proibiti e tuttavia è stato possibile introdurre proprio per questo tutta una serie di regolamentazioni che ne scoraggino il consumo o che quanto meno il consumo diventi consapevole, così che i fumatori e i consumatori di alcolici facciano più controlli alla loro salute.

Personalmente sono per la regolamentazione di ogni attività che può essere gestita dalla criminalità, dalla prostituzione, al gioco d’azzardo, alla droga, alla vendita e il possesso di armi, eccetera.

Se qualcuno si scandalizza per questa mia posizione o ritenga folle regolamentare per esempio la vendita delle armi, me ne farò una ragione, ma penso che togliere alla gestione della criminalità un business di fatto migliora la qualità generale della società poiché togliendo “affari” alla criminalità, diminuendo le entrate, il gioco per loro non vale più la candela. Se un pusher si può permettere di rischiare la galera per qualche anno invece di trovarsi un lavoro onesto è perché in 10 minuti guadagna quanto un lavoratore onesto guadagna in un anno. Si fa due calcoli e pensa che rischiare 4-5 anni di galera magari con gli sconti di pena per lui non è un problema.

Per quanto riguarda la vendita delle armi, credetemi, chi ci governa non è preoccupato che con la vendita delle armi possano aumentare i delitti a queste associate. È preoccupato che il popolo possa usare le armi per rivoltarsi contro il potere. Il diritto di resistenza è implicito nella sovranità del popolo. Poiché il popolo è sovrano, un potere legale che però diventa dispotico è da considerarsi contrario alla sovranità popolare, che ha quindi la piena libertà di ribellarsi. Laddove la vendita di armi non è concessa o vi sono pesanti obbligazioni per l’acquisto di fatto i governi sono più autoritari.

4. Privacy e difesa dello stato

Personalmente penso che le persone abbiano il diritto di non essere schedate, di non dover girare in strada con un documento d’identità che un rappresentante dello stato ci può chiedere per accertarsi di chi siamo. Non fraintendetemi, è giusto che per guidare un’auto serva la patente e che in caso di infrazione il vigile o il poliziotto abbia il diritto di sapere se siamo abilitati alla guida. Tuttavia non vedo alcuna necessità di controllare l’identità dei cittadini. Forse vi sembrerà strano ma negli Stati Uniti non esiste la carta d’identità e lo stesso vale per il Regno Unito e in generale per quasi tutti i paesi con la common law.

Perché un funzionario dello stato deve sapere se sono coniugato o meno, che lavoro faccio, eccetera?
Tutta la nostra burocrazia funziona esclusivamente sul controllare chi siamo, cosa facciamo, dove viviamo, se siamo o meno sposati… ora secondo voi queste informazioni possono in qualche modo aiutare le forze dell’ordine a difendere i cittadini da attacchi terroristici?
In che modo per esempio sapere che siamo celibi o sposati potrebbe aiutare le forze dell’ordine? In che modo sapere di che colore sono i nostri occhi può aiutare le forze dell’ordine (che poi magari sul documento c’è scritto “castani” ma i miei occhi variano a secondo della stagione e di come mi sento dal marrone al verde chiaro e normalmente sono una via di mezzo tra le due cose…)?

Pensateci bene e vi accorgerete che spesso i documenti ci sono richiesti perché la legge ci proibisce di fare determinate cose a certe età e spesso queste proibizioni sono ridicole. Negli USA si può guidare un’auto a 16 anni, si può votare a 18, ma non si possono bere alcolici o giocare in un casinò se non si hanno 21 anni. Se uno è in grado di votare allora può benissimo giocare d’azzardo.

Capisco che in un mondo che tende a condividere tutto (di fatto diventando una preda per le pubblicità mirate, ma anche per truffatori di vario genere), preoccuparsi per la propria privacy e per il proprio diritto di celare la propria identità, sia quasi considerato fuori moda come un vestito da cavernicolo, tuttavia ritengo che la privacy sia così importante che è giusto proteggerla e mostrarsi per come si è realmente solo a quelle persone che si sono meritate la nostra fiducia.

Oggi si parla di una sorta di banca del DNA con i dati di miliardi di persone. Teoricamente questo dovrebbe servire a prendere immediatamente un responsabile di stupro o di altro delitto in cui si trova del DNA, tuttavia, nulla esclude che uno stato possa usare il tuo DNA per costruire falsi delitti al solo scopo di eliminare un oppositore al potere.

Così come è un errore più grave condannare un innocente piuttosto che scagionare un colpevole, secondo me è più grave schedare un cittadino onesto che lasciarsi scappare un criminale.

5. Regolamentazione e redistribuzione

Che il sistema capitalistico sia più efficiente di molti altri sistemi è vero, tuttavia il sistema capitalistico è imperfetto poiché arriva a produrre fenomeni non del tutto desiderabili come i monopoli. Teoricamente il monopolio si genera quando una società riesce a vendere il proprio prodotto o i propri servizi a un prezzo così basso che se lo applicasse la concorrenza, ci rimetterebbe. Quindi teoricamente il cittadino paga il prodotto o il servizio al prezzo più basso possibile, quindi dovrebbe essere per lui una condizione favorevole. Invece non lo è perché la possibilità di scelta è limitata e gli altri competitori si ritirano da questo mercato producendo magari roba di alta qualità ma di nicchia, ovvero solo per chi se lo può permettere. Nel momento in cui si genera un monopolio, sia il produttore che il consumatore hanno dei problemi. Il produttore non può fare analisi comparate sul suo prodotto, perché è l’unico del mercato a quella fascia di prezzo. Il consumatore non ha libertà di scelta se non quella di acquistare quel prodotto o al limite un prodotto differente ma sostitutivo. Immaginiamo il monopolio delle mele. O il consumatore mangia mele della stessa marca oppure decide magari di comprare delle pere.

Il mercato può essere di tre tipi: anarchico, regolamentato, bloccato. In un mercato anarchico di fatto vige la legge della giungla. In questo tipo di mercato è probabile che si arrivi al monopolio naturale per ogni tipo di prodotto o servizio. Il mercato bloccato è un mercato dove c’è un’eccessiva regolamentazione che spesso serve a fotografare lo status quo. In pratica il mercato bloccato è un mercato che generalmente ha pochi monopoli naturali ma spesso ha degli oligopoli che spesso fanno tra loro cartello per tenere gli altri competitori ai margini. Questa situazione ovviamente si sposa bene con un sistema politico “bloccato” che tende a diventare oligarchico. L’eccessiva regolamentazione, spesso di tipo fiscale favorisce le grosse imprese ai danni delle medie e delle piccole poiché l’incidenza fiscale per quest’ultime è maggiore in relazione al volume di affari.

Un mercato regolamentato dovrebbe essere un mercato equilibrato in cui è difficile il formarsi di monopoli naturali e in cui è difficile anche il formarsi di oligopoli. Si tratta di un mercato più regolamentato di quello anarchico e molto meno di quello bloccato.

Ovviamente bisogna anche riparare i danni che un sistema “bloccato” ha fatto al mercato, con uno sbilanciamento eccessivo della finanza rispetto alla produzione economica e rimettere la seconda al centro del mercato. Il sistema dei derivati, va completamente rivisto.

E in questa ottica bisogna anche ricorrere a un programma di redistribuzione perché non è umanamente accettabile che un manager guadagni centinaia se non migliaia di volte di più di un operaio della sua azienda. Le maggiori responsabilità e conoscenze giustificano al massimo una differenza dell’ordine di decine di volte ma più vicino a dieci che non a cento volte il salario di un operaio. E bisogna rivedere anche il sistema delle stock option poiché il mercato di solito fa crescere il prezzo delle azioni quando un’azienda ristruttura, attraverso dei licenziamenti. Pertanto il manager non guadagna perché l’azienda produce di più ma perché l’azienda fa finanza invece che produrre, licenziando lavoratori in cambio di azioni che valgono di più.

Questo è un problema degli stati e non solo delle singole aziende, poiché i lavoratori licenziati vanno a incrementare il numero dei sussidi di disoccupazione o delle mobilità o altre forme di ammortizzatori sociali. Stabilire che quando un’azienda ristruttura non può distribuire stock option e stabilire che, se si arriva a licenziamenti collettivi, anche il manager deve guadagnare meno, con una decurtazione pari in percentuale del suo salario al numero di licenziati sulla forza lavoro complessiva, sono secondo me un efficace metodo per impedire che l’azienda faccia trucchi finanziari invece che produzione. Per le aziende straniere che producono in Italia o per quelle con sede fiscale e legale all’estero, in caso di distribuzione di stock option in fase di ristrutturazione e licenziamenti di operai italiani e in caso di aumenti salariali per i manager si obbliga l’azienda a prendersi il carico degli assegni di mobilità e disoccupazione dei lavoratori licenziati, per 10 anni. Se questo va contro le normative europee, possiamo anche fare a meno di stare in Europa… la democrazia è più importante della finanza.

sabato 2 maggio 2015

Allarmi! Allarmi son fascisti...


"Ogni tempo ha il suo fascismo: se ne notano i segni premonitori dovunque la concentrazione di potere nega al cittadino la possibilità e la capacità di esprimere ed attuare la sua volontà. A questo si arriva in molti modi, non necessariamente col terrore dell'intimidazione poliziesca, ma anche negando o distorcendo l'informazione, inquinando la giustizia, paralizzando la scuola, diffondendo in molti modi sottili la nostalgia per un mondo in cui regnava sovrano l'ordine, ed in cui la sicurezza dei pochi privilegiati riposava sul lavoro forzato e sul silenzio forzato dei molti." - Primo Levi

Lunedì 27 maggio 2015 in Italia succede quello che nessuno si augurava dovesse succedere. Il ministro Maria Elena Boschi prende la parola e decide di mettere la fiducia sulla legge elettorale cosiddetta Italicum...

Per ben 3 volte la maggioranza di governo vota la fiducia nei due giorni seguenti...

Oltre al precedente della legge Scelba detta Legge Truffa del 1953 dove il governo mise la fiducia ma solo dopo innumerevoli tentativi di ostruzione da parte dell'opposizione, l'unico altro precedente dove è stata messa la fiducia alla legge elettorale è quella messa da Benito Mussolini sulla legge Acerbo nel 1923.

Sia la fiducia sulla legge Scelba del 1953 che la fiducia dell'Italicum sono da considerarsi dei colossali errori. Ma per fortuna la legge Scelba non provocò danni e venne abolita l'anno successivo anche perché dava un premio di maggioranza a chi avesse preso già la maggioranza del 50%+1 voto e nessuno vi riuscì anche se per poco.

L'errore più colossale che le due decisioni hanno in comune è quello di sdrammatizzare quello che accadde nel 1923 e quindi dare ragione a Benito Mussolini sulla legge elettorale Acerbo...

In entrambi i casi in pratica è stato sdoganato il fascismo. E la cosa è ancora più grave oggi proprio perché ci siamo passati già con la legge Scelba. Ed è da considerarsi paradossale considerando che la metà abbondante dei militanti del PD che hanno votato la fiducia vengono da quella sinistra che si è opposta con forza alla legge Scelba e che si oppose anche alla legge Acerbo.

Che il Fascismo sia quindi giustificato dalla sinistra è una cosa che lascia sgomenti o per qualcuno è la chiusura di un cerchio. A forza di svoltare la sinistra è diventata fascista...

Nella citazione di Primo Levi che ho posto all'inizio di questo post c'è scritto che ogni tempo ha il suo fascismo e questo significa che è piuttosto ovvio che nella storia lo stesso fenomeno non si ripete mai allo stesso modo e con le stesse modalità.

Non possiamo immaginare oggi che il fascismo si presenti sotto forma di squadristi militanti che vanno a scontrarsi con militanti di altri partiti e con i sindacati. Non viviamo nell'epoca della rivoluzione d'ottobre, non ci sono pericoli di rivoluzioni bolsceviche.

Primo Levi ci spiega in quale modo si può arrivare a un nuovo fascismo e la sua descrizione sembra purtroppo la descrizione di quello che sta accadendo in Italia dal 1992 quando finì la prima repubblica a oggi.

E allora poi vedi che Milano viene messa a ferro e fuoco da bande di teppisti con la polizia che a seguito della sentenza Diaz glielo consente senza intervenire cercando di "contenere" i manifestanti violenti in una zona limitata tenendoli lontani da dove avrebbero potuto fare di peggio.

E molti invocano ora più poteri per la polizia per fare in modo che possano "picchiare" i vandali...

Ma Sun Tzu nella sua arte della guerra dice:

"Il più grande condottiero è colui che vince senza combattere"

e anche:

"Conosci il nemico, conosci te stesso, mai sarà in dubbio il risultato di 100 battaglie".

Come dire che i conflitti si prevengono e si combattono con l'intelligence, conoscendo chi sono i manifestanti violenti, arrestandoli prima che inizi la manifestazione per accertamenti e rilasciandoli solo a manifestazione finita.

Certo, così non arresti nessuno veramente, ma non hai permesso a costoro di fare violenze che è appunto il vero obiettivo.

Parafrasando Forrest Gump: Fascista è chi il fascista fa...

Si è comportato come Mussolini il presidente del consiglio Renzi.
Ma si sono comportati come fascisti anche tutti i parlamentari del PD che hanno dato assenso a questo comportamento e che hanno quindi votato la fiducia come i fascisti (e non solo) fecero con la legge Acerbo.

Ma i segnali di qualcosa che non andava nel PD c'erano da prima. Renzi inizialmente dichiarò che mai sarebbe diventato presidente del consiglio senza l'avallo delle urne. Ma alla prima occasione ha fatto fuori il suo compagno di partito, quell'Enrico Letta che doveva stare sereno per andare al potere.

Da lì ha iniziato a imporre il suo programma di partito che, notate bene, non è quello votato dagli italiani. Il programma votato dagli italiani è quello di Bersani. Quello di Renzi non l'ha votato il popolo italiano nel suo complesso. Le primarie non sono sufficienti. Può darsi che il programma di Renzi in elezioni avrebbe ottenuto più consensi di quello di Bersani ma può anche darsi che ne avrebbe presi di meno. Siccome Renzi non è passato per le urne, l'unico programma votato dagli italiani è quello di Bersani.

I parlamentari non hanno vincolo di mandato e non devono fedeltà né al partito e né al programma, ma il programma è un patto che hanno sottoscritto con gli elettori e di fatto ha un valore maggiore perché costituisce un impegno.

Ma di tutto questo Renzi se ne frega (alla fascista: "Me ne frego!") e va avanti con il suo programma che il popolo italiano non ha votato e sostituisce i membri delle commissioni che non si piegano al suo programma che gli italiani non hanno votato.

Renzi non può dire che la minoranza tiene in ostaggio la maggioranza se la maggioranza è quella votata dagli italiani e la maggioranza che impone lui è quella che in realtà era una minoranza quando ci sono state le elezioni.

Per questo motivo, quelle effettuate da Renzi non sono sostituzioni di ribelli facenti parte di una minoranza (poiché Renzi non è mai passato per le urne...) ma vere e proprie epurazioni... (della serie "o con me o contro di me"...)

Poiché i fatti contano più delle parole e "fascista è chi il fascista fa" a questo punto la palla passa agli elettori e chiunque darà il voto a questi signori di fatto sta avallando e quindi giustificando i modi di agire fascisti e di conseguenza diventa esso stesso fascista.

Questo neofascismo è meno riconoscibile di quello di Benito Mussolini, è anche più subdolo e per sconfiggerlo serve più cervello.

Quando costoro dicono che c'è bisogno di più sicurezza allora bisogna gridare che c'è bisogno di più libertà.
Quando costoro dicono che c'è bisogno di decisioni più rapide allora bisogna gridare che c'è bisogno di più democrazia.

Perché anche se in apparenza il loro messaggio può sembrare sensato, nasconde dietro un intento diverso e meno nobile.

domenica 24 agosto 2014

No a questa riforma costituzionale...


Con questa riforma della costituzione e con quello che si sente a proposito della legge elettorale, ci stanno togliendo la democrazia e la libertà di scelta.
È un segno di intelligenza dubitare di quello che vi sto dicendo, per questo io vi invito a leggere la riforma della costituzione. Fatelo e avrete la certezza che io vi sto dicendo il vero.
Mi rivolgo a tutti, anche ai giovani che ancora devono maturare l’età per il voto. Leggete la riforma della costituzione e seguite il mio ragionamento.
Ci dicono: basta col bicameralismo paritario.
La domanda è semplice: al di là dei modelli adottati nel mondo, perché dovremmo rinunciare al bicameralismo paritario?
Ci dicono: due camere che fanno la stessa cosa fanno perdere tempo.
Bugia numero 1. Probabilmente ora starete pensando che sono pazzo, ma riflettete: quante sono le leggi in Italia? In UK sono 3500 circa. In Germania 5500 circa. In Francia circa 7000. In Italia non si riesce nemmeno a saperne il numero con certezza. C’è chi dice oltre 50.000 e chi arriva perfino a 300.000 leggi.
E meno male che il bicameralismo paritario fa perdere tempo. In Italia si fanno troppe leggi e soprattutto fatte male. Con due camere si dovrebbero fare leggi più lentamente ma migliori di quelle che vengono fatte da una camera sola. E allora perché si fanno così tante leggi? Il problema è il governo, non il parlamento. La maggior parte delle leggi sono decreti legge trasformati poi dal parlamento in leggi ordinarie.
E l’uso del decreto legge da parte del governo è eccessivo. Negli Stati Uniti il Presidente può fare decreti legge solo con l’autorizzazione del parlamento. Come a dire: se non riusciamo a trovare un accordo deleghiamo il Presidente. In Italia invece il governo ha potere di fare decreti legge a suo capriccio.
Allora se il problema sono i decreti legge, si cambiano i poteri del governo? No, si riforma il senato… classico esempio di come l’attuale classe dirigente vive in una realtà tutta sua ed è incapace di vedere quali siano i reali problemi.
Ci dicono: il bicameralismo paritario è un’anomalia italiana e le maggiori democrazie europee hanno un bicameralismo differenziato.
Domanda: ma perché dobbiamo preoccuparci dei modelli parlamentari europei? Il problema è l’intreccio tra esecutivo e legislativo, non il modello parlamentare. Inoltre, negli USA c’è il bicameralismo paritario. Perché dovremmo prendere a modello la Germania che nella sua storia ha prodotto il Nazismo e non dobbiamo prendere a modello gli USA che non hanno mai ceduto a derive autoritarie? Negli USA tutti gli stati, escluso il Nebraska hanno un sistema bicamerale paritario.
Ma ipotizziamo per il momento di accettare l’idea del bicameralismo differenziato. Ipotizziamo un senato eletto su base territoriale. Perché non dovremmo avere un senato elettivo?
Ci dicono: se il senato è elettivo è necessario che dia la fiducia al governo.
Dove sta scritto? Non esiste alcuna regola che obblighi una camera eletta a dare la fiducia. Si viene eletti per fare un altro ruolo, non per determinare il governo.
Ci dicono: un senato elettivo non può essere rappresentante dei territori.
Ancora una volta, dove sta scritto? Negli USA il senato rappresenta gli stati federali. E ogni stato ha due senatori in modo che i piccoli stati non siano prevaricati da quelli grandi e popolosi. Il Senato degli Stati Uniti è elettivo.
Ci dicono: in Germania e in Austria la camera alta è eletta con elezioni di secondo grado.
E quindi? Noi dovremmo tornare indietro e abbandonare il voto popolare, segno di maggiore democrazia per adeguarci a paesi che ne hanno meno?
Basta con questo servilismo schifoso verso i paesi stranieri. L’Italia non ha nulla da invidiare in quanto a storia, civiltà e cultura. Il nostro patrimonio artistico non ha pari. Che facciamo, ci tagliamo il patrimonio artistico perché in Germania ne hanno di meno e a noi costa troppo mantenerlo? Che facciamo ci riduciamo la storia per averla al pari della Germania? E perché dovremmo perdere il diritto di votare per il senato? Per adeguarci alla Germania che è meno democratica di noi? Basta con il mettersi proni davanti agli stati della UE. L’Italia è probabilmente la nazione più democratica tra quelle dell’UE.
Se proprio dobbiamo modificare la costituzione prendiamo a modello nazioni più democratiche di noi, come la Svizzera o gli USA.
Negli USA, il Senato è diventato elettivo nel 1913. Sono passati da elezioni di secondo grado a elezioni dirette. Nessuna nazione è mai passata, che io sappia, da elezioni dirette a elezioni di secondo grado. Oltre che un limitare la libertà dei cittadini e diminuirne la democraticità è anche una cosa stupida, perché allontana il popolo dalle istituzioni che non le riconosce come tali.
In ogni caso, nelle nazioni dove ci sono le elezioni di secondo grado, il sistema elettorale a tutti i livelli è proporzionale senza premio di maggioranza con al massimo l'uso delle soglie di sbarramento che sono uguali per tutti poiché non sono ammesse coalizioni predeterminate.
In Italia c’è il premio di maggioranza ovunque cosa che rende del tutto inadatte le elezioni di secondo grado.
Come se non bastasse le elezioni di secondo grado sono state introdotte anche per le province, o meglio, per le città metropolitane e le Aree Vaste. Perché si doveva dire che si erano abolite le province, ma le si reintroduce cambiando loro il nome.
Se prima come cittadino italiano potevo esprimere il voto per comune, provincia, regione, camera e senato, se passa questa riforma potrò votare solo per comune, regione e camera. Quindi il mio potere di voto si riduce del 40%.
Ma in realtà mi si priva anche della libertà di votare per comune e provincia per due liste diverse come per regione e senato. Io teoricamente prima potevo votare 5 liste diverse. Se passa la riforma potrò votare al massimo per 3 liste diverse e sono condizionato dal fatto che il voto per il comune serve a eleggere anche la provincia e quello della regione anche il senato.
Questa riforma che per me è incostituzionale, penalizza le liste civiche rispetto a movimenti e partiti. Dal momento che un voto per il comune implica un voto anche per la provincia (o come hanno deciso di chiamarla…) votare per una lista civica comunale mi rende più difficile capire poi come voterà una volta eletta per la provincia. Supponiamo che una lista civica esprima un programma condivisibile per quello che vuole fare per il comune, ma abbia idee che non mi piacciono su come gestire la provincia. Come faccio a votare?
Lo stesso vale per la regione e il senato anche se teoricamente il senatore comunque si occupa di affari regionali.
Come vedete questa riforma mi complica la vita, perché non ho più la libertà di scegliere in modo separato. Da questo punto di vista i partiti e i movimenti sono favoriti poiché la maggioranza delle persone non vota, ascoltando tutti e facendosi un’idea di ciò che è meglio, ma vota per abitudine o per protesta.
Meno democrazia, meno libertà, meno sovranità. Perché dovrebbe starci bene una riforma del genere?

lunedì 4 agosto 2014

Aiuto Obi Wan Kenobi...



Il mio è un grido disperato. Un grido fatto in piena estate dove la gente non c'ha voglia de fa un cazzo, pe' dilla alla rozza e alla romana.

Proprio quando le persone si godono giustamente le ferie, il nostro governo sta mettendo in atto una riforma che va contro il popolo italiano.

Una riforma della costituzione che:

1) Non abolisce il Senato. Abolisce la possibilità che sia il popolo a votarlo direttamente. Infatti sarà "nominato" dai consiglieri regionali.

2) Non abolisce le province. Le suddivide in Città metropolitane e Aree Vaste. Ma ancora una volta, nemmeno qui il popolo potrà votare. Voteranno i sindaci.

3) I nuovi senatori saranno scelti tra 74 consiglieri regionali e 21 sindaci. In più il presidente della repubblica nominerà 5 senatori. Ora, che c'entrino i sindaci (esecutivo) e i senatori del presidente con un senato delle regioni è fuori da ogni logica. In più attualmente dei 920 consiglieri regionali che abbiamo, 570 sono inquisiti. La probabilità di non avere manco un inquisito solo scegliendo a caso è di 1 su 2,4 milioni di miliardi circa...

4) Vengono notevolmente ridotti gli strumenti di democrazia diretta. Si passa da 500.000 a 800.000 per le firme dei referendum e ricordo che solo i grandi partiti hanno i certificatori di autenticità delle firme mentre i piccoli devono ricorrere ai funzionari dei comuni che spesso arrivano solo a fine raccolta. Le leggi di iniziativa popolare inoltre passano da 50.000 firme a 250.000.

5) Spariscono tutti i contrappesi. Il senato di fatto non avrà la possibilità di dare la fiducia e né la possibilità di trattare la legge di bilancio. Inoltre si crea una disparità numerica tra Camera e Senato che è tanto più pericolosa quanto più la legge elettorale dovesse prevedere un premio di maggioranza o il sistema maggioritario.


Vi ricordo come è andato al potere il fascismo.

1) Dopo la 1^ guerra mondiale, le condizioni economiche peggiorarono. I partiti socialista, comunista e fascista si dotarono di milizie armate al contrario dei popolari e dei liberali che erano pienamente costituzionali.

2) Gli scontri tra militanti dei partiti era comune in tutta Europa soprattutto in seguito alla rivoluzione di ottobre.

3) Le milizie fasciste nate in Emilia-Romagna e Toscana riuscivano a imporsi maggiormente.

4) Alle elezioni della Camera (il Senato non era elettivo...) il partito fascista ottenne una trentina di seggi.

5) In seguito a governi deboli le milizie fasciste marciano verso Roma, ma in realtà il Re comandante dell'esercito avrebbe potuto spazzarle via facilmente. Il rapporto di forza era tipo 100 a 1.

6) In realtà il Re decide di rafforzare il governo con l'entrata dei fascisti e diede l'incarico di primo ministro a Benito Mussolini, che arrivò a Roma in treno e non marciando.

7) Viene fatta una legge elettorale, che assegna i 2/3 dei seggi alla coalizione che prende il 25%.

8) Il listone fascista ottiene la maggioranza anche grazie a intimidazioni e scavalcando il principio di segretezza del voto.

9) Da lì in poi i fascisti hanno svuotato di ogni significato lo statuto albertino e hanno imposto la dittatura.


Ora, non dico che Renzi è un Cesaree, anche perché come dice Minzolini al massimo può essere Cesaretto della trattoria di via della croce, però il combinato tra un Senato che non conta un cazzo e una legge elettorale che concede ampia maggioranza c'è il rischio che un uomo solo detenga più potere di quanto ne aveva Mussolini poiché il re all'epoca aveva poteri molto più ampi di quelli che ha oggi il presidente della repubblica.

Di quello che ci riserva il futuro non si può mai sapere. Nessuno ha mai previsto l'avvento di un dittatore. Ma se gli spianiamo la strada di certo ne saremo complici.

Che fare? Io la mia battaglia la sto facendo nel mio piccolo. Ma ho un disperato bisogno di aiuto. C'era un gruppo una volta it.fan.starwars che nel momento in cui provarono a limitarne la libertà, si compattò e iniziò una lotta. Una lotta che si concluse solo dopo aver trovato un'altra casa libera.

Ho bisogno di quel gruppo. Ho bisogno dei chiari e ho bisogno degli oscuri. Questa è una battaglia più grande di quella di allora, ma c'è in pericolo la nostra libertà e la nostra democrazia.

Io invoco quell'aiuto, ve lo chiedo in ginocchio!

martedì 15 luglio 2014

In difesa della democrazia...


Popolo Italiano.


Ci siamo. È venuto il momento di difendersi. È in atto il più grave atto contro la democrazia dalla fine del fascismo.

Oggi ci propongono una riforma del Senato e ovviamente ce la infioccano come se si trattasse di un pacco di natale. Solo che dentro c'è una grossa merda.

1) Questa riforma non abolisce il Senato e non instaura un monocameralismo ma un bicameralismo imperfetto. Già perché il Senato continua ad avere prerogative su alcune materie.

2) Non saranno più i cittadini a eleggere i senatori, ma i consiglieri regionali. Insomma da elezioni dirette si passa a elezioni indirette. Non accade in nessuna nazione democratica al mondo. Anzi semmai è vero il contrario. Si è sempre passati da elezioni indirette a elezioni dirette. L'Italia sarebbe il primo caso al mondo, o meglio il primo di cui io sia a conoscenza. Non conosco tutte le democrazie del mondo, solo le principali.

3) Ci dicono, per farci piacere il pacco, che questo impianto istituzionale esiste anche in Germania. A parte il fatto che non è proprio così, perché in Germania ogni Land ha un unico voto nella camera alta e non una serie. Poi in Germania non ci sono i sindaci che votano e non mi risulta che i presidenti diventino senatori a vita e nominino 5 personalità come senatori. Ma anche se questa riforma disegnasse un senato identico alla camera alta della Germania, questo non significa affatto un atto di democrazia. La Germania è un paese democratico? Sì, ma la sua costituzione è meno democratica della nostra, proprio perché da noi non ci sono elezioni indirette dei senatori.

4) Come se non fosse sufficiente questo attacco alla sovranità del popolo, nella riforma hanno stabilito di portare le firme per le leggi d'iniziativa popolare da 50.000 a 250.000. Non che sul piano pratico cambi qualcosa. Puoi portare anche una legge da 1 milione di firme, la lasciano chiusa nel cassetto e ci cagano pure sopra se gli va. Tuttavia è chiaro che il solo pensiero di sentire puzza di popolo deve fargli schifo e quindi preferiscono premunirsi e rendere difficile al popolo mandare in parlamento una legge popolare. Questi oligarchi pensano che il popolo sia una merda.

5) E per dare un ulteriore colpo di grazia al popolo hanno stabilito che le firme per un referendum abrogativo devono passare da 500.000 a 800.000. Meno il popolo prende iniziativa spontanea e meglio si sentono questi elitari con la puzza sotto il naso.

6) Ovviamente tutto questo è fatto nella quasi complicità assoluta della stampa. Si sa, la stampa riceve i finanziamenti pubblici, quindi in Italia non esiste una vera libertà di stampa.

7) Questo attacco alla democrazia è effettuato mentre il popolo si rilassa finalmente dopo un anno di lavoro e di problemi quotidiani. Con questi politici non si può mai andare in vacanza.

Da giorni sto martellando su twitter messaggi ai senatori di ogni partito nel tentativo di convincerli che si stanno mettendo dalla parte sbagliata della storia. Probabilmente alcuni o molti di loro mi avranno anche bloccato, ma non mi interessa. Quello che mi interessa è che qualcuno di loro cambi idea e che contemporaneamente le persone vengano informate di quello che sta accadendo.

Grazie al premio di maggioranza alla camera, un solo partito potrebbe in teoria eleggere il Presidente della Repubblica e ben 10 membri su 15 della corte costituzionale...

Speriamo che questa riforma non ottenga i 2/3 dei voti necessari a passare senza referendum confermativo perché in caso contrario, in Italia si instaurerà un regime oligarchico e riconquistare la nostra democrazia diventerà quasi impossibile.

L'unica cosa che mi auspico è che tutti voi facciate la cosa giusta e informiate le persone perché più saremo a condurre questa lotta e più probabilità di successo avremo.

domenica 2 febbraio 2014

La legge elettorale - fine della democrazia.


L’accordo Renzi – Berlusconi prevede che vi siano liste bloccate, premio di maggioranza e soglie di sbarramento e se non ho capito male, vi saranno collegi proporzionali più piccoli. Inoltre è prevista la riforma del Senato.
Il movimento di Beppe Grillo in questi mesi ci ha fatto chiaramente capire che è favorevole alla riduzione dei parlamentari e all’introduzione del vincolo di mandato.
Ecco, io da cittadino che crede profondamente nella democrazia mi trovo in forte difficoltà perché a questo punto votare per qualcuno di questi partiti o movimenti significa semplicemente votare contro la democrazia.
Una legge elettorale come quella proposta da Renzi e Berlusconi non esiste in nessun paese del mondo. In nessun paese del mondo (che sia democratico) si trovano insieme, collegi piccoli, soglie di sbarramento e premio di maggioranza.
Da quello che ho capito i collegi saranno più grandi rispetto al sistema spagnolo ma più piccoli rispetto al vecchio “porcellum”. Se hai i collegi piccoli a che servono le soglie di sbarramento? È assolutamente evidente che se il collegio è piccolo, un partito anche con l’8% rischia di non prendere nulla se ha tre partiti davanti che superano il 20%. Come fa un partito con l’8% a prendere seggi in una circoscrizione dove al massimo si possono prendere 6 seggi e minimo 3, con la presenza di tre partiti che hanno oltre il 20%? Avendo fatto un po’ di statistica vi assicuro che è impossibile a meno che non vi sia lo scorporo del partito che prende il premio di maggioranza, nel qual caso un partito con l’8% potrebbe prendere un seggio se la circoscrizione ha almeno 6 seggi.
Questo significa che se la somma dei tre partiti più grandi arriva al 70%, ci sono un 30% d’italiani che rischiano di non avere neanche una minima rappresentanza.
E qui arriviamo alla vera e propria “porcata” ai danni della democrazia. Per quale motivo, un partito che si schiera in coalizione può accedere ai seggi se supera il 4-5% e invece un partito che non si schiera in coalizione deve avere almeno l’8%?
Prendiamo l’articolo 3 della costituzione, quello che dice che tutti i cittadini sono uguali di fronte alla legge. Ebbene, non è così. Ci sono cittadini che se sono collaborativi verso i grandi partiti possono accedere ai seggi parlamentari se la loro lista prende il 4-5% mentre ci sono cittadini che, non essendo collaborativi verso i grandi partiti devono guadagnare con la loro lista almeno l’8%.
Questa storia delle soglie differenti che già è figlio della legge regionale della Toscana e che veniva riportata dal “porcellum” è a mio avviso quanto di meno democratico esista.
Per i partiti più piccoli è più conveniente venire a compromessi col grande partito piuttosto che andare da soli. La presenza del piccolo partito è conveniente per il grande partito per accedere al premio di maggioranza, tuttavia a un partito che è sicuro di arrivare come minimo al secondo posto anche se va da solo e con la sicurezza che nessun partito raggiunga la soglia per il premio di maggioranza, conviene andare da solo per affrontare il ballottaggio dove magari ha grandi possibilità di ottenere il premio di maggioranza.
Ma poi esiste una terza soglia, quella di coalizione che se non ho capito male viene fissata al 12%.
Questa soglia nel quadro italiano attuale e con le altre norme contenute in questa legge non ha alcun senso, se non cercare di impedire a due piccoli partiti che hanno tra il 4% e il 6% di mettersi insieme. O si mettono insieme al grande partito che di suo ha già più del 12% oppure non prendono nulla, cosa che rafforza quel senso di ineguaglianza tra partiti “collaborativi” e quelli “non collaborativi”.
Al piccolo partito non conviene andare con altri piccoli partiti semplicemente perché andando col partito più grande può accedere al premio di maggioranza pur superando il primo sbarramento al 4-5%.
Questa legge non so se è anticostituzionale, credo proprio di sì, ma cosa peggiore è antidemocratica soprattutto se inquadrata nell’ordinamento istituzionale italiano.
Bisogna mettersi in testa che i sistemi maggioritari vanno bene per i sistemi presidenziali o semipresidenziali, dove però può accadere che a un presidente di un partito si associ una maggioranza parlamentare di partito opposto. La cosiddetta “coabitazione” non è un’imperfezione di quei sistemi, ma anzi costituisce la massima espressione del concetto dei “pesi” e “contrappesi”.
Un sistema fintamente proporzionale che conceda premi di maggioranza o accessi a ballottaggi ai due partiti o le due coalizioni con più voti è nei fatti un sistema maggioritario che crea un forte squilibrio perché in Italia, governo e parlamento non sono due cose scollegate ma il parlamento decide il governo.
Nei sistemi maggioritari, quando si verificano le situazioni di “coabitazione” la democrazia funziona al meglio, perché c’è bisogno di una mediazione tra le posizioni.
Il sistema elettorale italiano invece la mediazione la vuole evitare del tutto. Decide tutto un partito o al massimo una coalizione e la decisione è sempre a priori del voto elettorale e mai a posteriori come invece avviene dove c’è un sistema maggioritario e la coabitazione.
Dove il sistema istituzionale è parlamentare e non presidenziale il sistema normalmente è proporzionale. Può essere puro o con degli sbarramenti d’accesso o con collegi piccoli per impedire che un piccolo partito influenzi eccessivamente un accordo di governo.
Normalmente i sistemi proporzionali sono strutturati per far formare le maggioranze dopo il voto e non stabilirle a priori. In Germania funziona così. E quando nessun grande partito può fare un’alleanza di governo con i tradizionali alleati si stabilisce un programma di Grosse Koalition che è sicuramente democratica perché prevede una mediazione.
C’è poi da notare come nei paesi dove c’è il maggioritario le persone contano più del partito per il quale si schierano, mentre nei sistemi proporzionali, sebbene possano emergere comunque grandi personalità, contano molto di più le idee di fondo del partito rispetto alle persone.
Con la legge elettorale italiana, escono fuori personaggi mediocri e idee barbariche.
Non si uscirà mai da questo pantano in cui ci siamo andati a infilare.
Si possono votare Berlusconi e Renzi? Assolutamente no. Come si fa a votare per qualcuno che sta ammazzando la democrazia per trasformare l’Italia in una repubblica plebiscitaria in cui i due tizi di sopra vogliono giocare a chi è più figo a chi dice la battutina a effetto a chi imita le cose che dice Obama per farsi grande a chi la spara più grossa su quanto l’altro sia inadeguato.
Mi spiace, la democrazia è principalmente equilibrio e separazione tra i poteri. Non è un mero sistema di volto che vede coinvolto il popolo. Se si vota senza tenere conto di equilibri e separazione tra i poteri si commette un grave errore che è quello di violentare la democrazia e favorire l’ascesa di uomini forti o di oligarchie.
Si può votare per il movimento di Grillo? Assolutamente no. Un leader che vuole imporre il vincolo di mandato non è migliore di quelli che il vincolo di mandato lo applicano con le liste bloccate. La libertà di coscienza è una cosa sacra che nessuna imposizione di partito deve mai scavalcare.
Non esiste democrazia senza libertà e non può esistere democrazia laddove vi sia un vincolo di mandato.
Con il vincolo di mandato, Lincoln non avrebbe mai ottenuto l’abolizione della schiavitù negli Stati Uniti.
E preferisco centomila volte un Lincoln a un Beppe Grillo.
Il movimento di Grillo è per la riduzione del numero di parlamentari, soluzione qualunquista che molti partiti spesso annunciano senza farla mai. Ed è un bene che non l’abbiano mai fatta.
Io sono una persona con un cervello funzionante e quindi non ho paura di esporre le mie idee anche quando il popolo non le comprende.
Ridurre il numero dei parlamentari significa aumentare il costo delle elezioni politiche, poiché ci sono più persone che ambiscono a entrare in parlamento. Questo accade anche dove ci siano le liste bloccate. Di fatto negli Stati Uniti, dove il parlamento conta un minor numero di rappresentanti e di senatori rispetto all’Italia e con una popolazione che è cinque volte maggiore, il costo delle campagne elettorali è enorme.
In queste condizioni è assolutamente ovvio che le campagne elettorali possano essere decise dalla campagna di raccolta fondi e quindi che i parlamentari e i partiti possano diventare servi di potentati e gruppi d’affari, quindi in generale di una ristretta cerchia di persone che hanno un reddito particolarmente elevato.
Non mi interessano le cavolate che dice Grillo e il fatto che si riducano lo stipendio o rinuncino ai soldi del finanziamento… quella è tutta demagogia che non serve a far funzionare l’Italia e a risolvere la crisi economica. Né mi interessano proposte mirabolanti e inapplicabili come il reddito di cittadinanza che è una grande cazzata poiché l’unico modo di finanziarla è attraverso una tassazione assurda che farebbe ancora più male all’economia. E non è mettendo il 75% di tasse ai ricchi che risolvi, perché fanno come gli attori in Francia, scappano. E chi è ricco si può permettere di ottenere cittadinanza all’estero più di chi è povero. Fanno come la FIAT che mette la sede legale in Olanda e la sede finanziaria in Inghilterra.
Chiunque vuole aumentare le tasse ai ricchi in realtà finirà per aumentarle ai poveri.
In ogni caso, il movimento di Grillo non può essere votato perché propone cose che minacciano la democrazia oltre a soluzioni socio-economiche che non stanno in piedi.

Ma se nessun partito in Italia può essere votato perché minacciano tutti la democrazia che si fa?
Niente purtroppo. La gente ha troppa voglia di lamentarsi ma poca voglia di partecipare veramente. Questo paese non può essere cambiato se le persone prima non prendono coscienza che stanno rischiando il futuro proprio e dei figli andando verso una società priva di democrazia e quindi priva di libertà. Si preoccupa troppo del qui e adesso e non ha la mente al futuro e al benessere dei propri figli e delle generazioni future.

sabato 1 febbraio 2014

La Repubblica plebiscitaria..

Tempo fa Giorgio Gaber scrisse una canzone sulla Libertà e ci diceva che cosa secondo lui era o non era la libertà. Per Gaber la Libertà è partecipazione.

Sante parole mi viene da dire, perché solo all'interno di un sistema democratico che permetta ai cittadini di partecipare in modo attivo alla vita politica della propria società si può essere liberi.

Libertà e Democrazia non sono parole che possono convivere l'una senza l'altra.

Ma qualcuno ci viene a dire che la Democrazia non è una società dove i poteri dello stato sono separati tra loro e per ogni "peso" corrisponde un "contrappeso" che impedisce alla società di cadere in una deriva oligarchica o autoritaria.

Qualcuno ci vuole convincere che la Democrazia in fondo è solo un metodo di scelta che veda coinvolto il popolo.

Nemmeno per sogno. L'espressione popolare senza la separazione dei poteri, senza la mediazione, senza l'uso scientifico di pesi e contrappesi non è altro che "plebiscito".

Il plebiscito esprime sì la volontà popolare, ma è una volontà che non viene mediata da filtri che difendono il popolo da se stesso.

Il plebiscito è la via che apre le porte all'uomo forte, carismatico a cui il popolo dà il potere pensando che questi lo userà a vantaggio del popolo. Invece farà l'esatto contrario.

Quando non esistono più "pesi" e "contrappesi" la bilancia non rimarrà mai in equilibrio ma si sbilancerà favorendo un potere piuttosto che un altro ma con un'unica certezza che è che sarà a danno del popolo e a favore di uno solo o di una minoranza di individui.

Nel portare avanti le nostre idee dobbiamo sempre ricordarci che la democrazia è un sistema fragile e che spostare un mattone può far crollare l'intera struttura. Perché la democrazia è un sistema imperfetto ma è l'unico che ci concede la libertà. In tutti gli altri sistemi di governo si finisce per essere sudditi.

E allora cerchiamo di vedere se le forze politiche stanno davvero facendo il nostro interesse. Oppure ci vogliono ingannare con la loro demagogia e farci cadere in una repubblica plebiscitaria come sta diventando la nostra povera Italia.

Sento sempre tanta gente rimpiangere i partiti ideologici e stranamente vedo tante gente che segue il ducetto di turno, si chiami Berlusconi, Renzi o Grillo fa poca differenza.